Questo non è un vero e proprio blog,ma solo una raccolta di materiale che trovo nel web di film,attori,giochi,libri e tutto quanto ha fatto parte della mia vita...a che serve?a niente...spero solo che qualche ragazzo o ragazza più giovane si fermi a dare un'occhiata ogni tanto,perché per avere il presente c'è stato un passato...e non andrebbe dimenticato....

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mercoledì 6 aprile 2011

Scandalo a Filadelfia


Un cast eccezionale, per un film davvero esilarante! Vedremo poi anche "Alta società".










Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story) - George Cukor (Cary Grant, Katharine Hepburn, James Stewart)

Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story) - George Cukor (Cary Grant, Katharine Hepburn, James Stewart)

Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story) - George Cukor (Cary Grant, Katharine Hepburn, James Stewart)

Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story) - George Cukor (Cary Grant, Katharine Hepburn, James Stewart)

Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story) - George Cukor (Cary Grant, Katharine Hepburn, James Stewart)


















La scheda tratta da Wikipedia:

Scandalo a Filadelfia
Philadelphia Story 16.jpg.jpg
Grant, Hepburn, Stewart, Hussey in un'immagine del film
Titolo originaleThe Philadelphia Story
Lingua originaleinglese / francese
PaeseUSA
Anno1940
Durata112 min
ColoreB/N
Audiosonoro Mono (Western Electric Sound System)
Rapporto1,37 : 1
Generecommedia
RegiaGeorge Cukor
Soggettodalla commedia teatrale di Philip Barry
SceneggiaturaDonald Ogden Stewart
ProduttoreJoseph L. Mankiewicz
Casa diproduzioneMGM
FotografiaJoseph Ruttenberg
MontaggioFrank Sullivan
MusicheFranz Waxman
ScenografiaCedric Gibbons
CostumiAdrian
TruccoJack Dawn
Interpreti e personaggi
Premi


La trama di Wikipedia:
Tracy Lord è una viziata ed altezzosa ragazza dell'alta società di Filadelfia. Stanca del marito Dexter Haven divorzia e lo sbatte fuori di casa. Successivamente si innamora di George, un nouveau riche, buono e lavoratore ma anche un po' noioso, e decide dirisposarsi. Dexter, sempre innamorato della ex moglie, incarica un giornalista di una rivista scandalistica di appiccicarsi alle costole di Tracy, cercando nel frattempo in tutti i modi di mandare a monte le nozze. Il giornalista riuscirà a far capire a Tracy chi ama in realtà.















martedì 5 aprile 2011

L'infanzia di Ivan


Leone d'oro al Festival di Venezia nel 1962.



L'infanzia di Ivan (Ivanovo Detstvo) - Tarkovskij






La scheda tratta da Wikipedia:
L'infanzia di Ivan
InfanziaIvan-1962-Tarkovskij.PNG
Nikolai Burlyayev in una scena del film
Titolo originaleIvanovo detstvo
PaeseURSS
Anno1962
Durata95 min
ColoreB/N
Audiosonoro
Generedrammatico, guerra
RegiaAndrej Tarkovskij
SoggettoVladimir Bogomolov (racconto)
SceneggiaturaVladimir BogomolovMikhail Papava
FotografiaVadim Yusov
MontaggioLyudmila Feiginova
MusicheVyacheslav Ovchinnikov
ScenografiaYevgeni ChernyayevYe. Chernyayaev
Interpreti e personaggi
Premi


La trama di Wikipedia:
Seconda guerra mondialefronte orientalelinea Stalin, zona del fiume Dnepr. Il dodicenne Ivan, rimasto senza famiglia (padre al fronte, forse morto, madre probabilmente uccisa), si è unito prima ai partigiani e poi all'esercito regolare sovietico per combattere gli invasori tedeschi. Il colonnello Grjaznov e il capitano Kholin, che si prendono cura di lui al punto che il primo potrebbe forse adottarlo al termine della guerra, sfruttano la sua abilità nel muoversi inosservato in quei luoghi paludosi per inviarlo in missioni esplorative oltre le linee nemiche.
Dopo una missione particolarmente difficile, Ivan non riesce a ritornare nel luogo previsto e raggiunge invece una zona del fronte controllata dal giovane tenente Galtsev, che stenta a credere alle spiegazioni di quel ragazzino sporco e distrutto dalla fatica, finché non accetta di contattare il comando militare e vede accorrere il sollevato Kholin.
Grjaznov decide di allontanare Ivan dal fronte e mandarlo alla scuola militare, per proteggerlo, ma lui è ben deciso a rimanere in prima linea, perché è convinto che in guerra solo i vecchi e gli invalidi possano sottrarsi all'impegno. Quando viene condotto verso le retrovie, scappa da solo in quelle lande desolate, devastate dai combattimenti, ma viene presto ripreso.
Ivan viene coinvolto in un'ultima missione. Kholin e Galtsev lo accompagnano attraverso il fiume, fin dov'è possibile, ma poi attendono invano il suo ritorno dall'esplorazione, mentre cade la prima neve.
A guerra finita, nella Berlino occupata dalle forze sovietiche, Galtsev, sopravvissuto ma segnato nel volto e nell'anima, negli uffici abbandonati del Reichstag trova casualmente, fra i fascicoli dei prigionieri giustiziati, anche quello di Ivan, scoprendo che il ragazzino è stato ucciso per impiccagione.








lunedì 4 aprile 2011

Tempi moderni


Indimenticabile caro Chaplin!










L scheda tratta da Wikipedia:
Tempi moderni
Chaplin Tempi Moderni.jpg
Una scena del film
Titolo originaleModern Times
PaeseUSA
Anno1936
Durata87 min
ColoreB/N
Audiomuto - sonoro
Generecommedia, drammatico, sentimentale, comico
RegiaCharlie Chaplin
SoggettoCharlie Chaplin
SceneggiaturaCharlie Chaplin
FotografiaRoland TotherohIra Morgan
MontaggioCharlie Chaplin
MusicheCharlie Chaplin
ScenografiaCharles D. HallRussel Spencer
Interpreti e personaggi


La trama di Wikipedia:
I gesti ripetitivi, i ritmi disumani e spersonalizzanti della catena di montaggio minano la ragione del povero Charlot, operaio meccanico. La pausa pranzo potrebbe concedere un momento di riposo, se non che Charlot viene prescelto quale operaio tipo su cui sperimentare la macchina automatica da alimentazione, che dovrebbe consentire di mangiare senza interrompere il lavoro (aspetto che in una visione scientifica del lavoro produrrebbe vantaggio competitivo). L'esperimento però gli causa parecchi danni dato che il diabolico marchingegno non funziona molto bene.
Ossessionato dai bulloni, che per la sua mansione è addetto a stringere con una chiave apposita, e dai bottoni, che ne richiamano la forma, ornanti la gonna della bella segretaria della fabbrica, ai quali proverà a dare una bella stretta, Charlot perde ogni controllo sulla propria mente. Con gesto liberatorio mette mano alla miriade di pulsanti, leve e interruttori della sala comando del suo reparto provocando il fermo della catena produttiva e finisce egli stesso ingoiato dagli ingranaggi delle gigantesche macchine rotative. Liberato dalla stretta meccanica e dopo aver spruzzato in faccia a tutti (compreso il padrone della fabbrica), saltellando dispettosamente, l'olio per lubrificare gli ingranaggi, Charlot sarà affidato forzatamente ad una clinica affinché venga riabilitato dall'esaurimento nervoso.
Dimesso dall'ospedale raccoglie una bandiera di segnalazione caduta da un mezzo in transito e la agita per richiamare l'attenzione dell'autista, senza accorgersi che dietro le sue spalle si sta aggregando un corteo di disoccupati che marciano agitando anch'essi delle bandiere. La carica della polizia disperde i manifestanti e provoca l'arresto dell'ignaro Charlot ritenuto, a torto, a capo dei dimostranti.
Egli viene allora rinchiuso nel penitenziario dove, grazie all'effetto di una sostanza dopante accidentalmente ingerita, da solo e senza accorgersene sventa il tentativo di rivolta di alcuni galeotti, guadagnandosi la grazia, la remissione del reato e la libertà con tanto di lettera di presentazione che attesta le sue qualità.
La recessione che attanaglia il paese, la chiusura delle fabbriche e la conseguente perdita del lavoro generano uno stato diffuso di povertà e scontento e stimolano il ricorso ad espedienti non sempre legali pur di sfamare la famiglia. Le merci delle imbarcazioni attraccate al porto sono un richiamo irresistibile per una giovane monella, che vuole contribuire a sfamare i ragazzini del quartiere e le sue sorelle più piccole, alle quali il padre disoccupato non può provvedere e che sono orfane di madre. Quando lo sfortunato genitore perderà la vita colpito da un proiettile esploso durante una manifestazione di protesta dei disoccupati, la sua famiglia verrà disgregata con l'affidamento delle sorelle minori ad un istituto. Anche la monella vi sarebbe destinata, ella riesce però a sottrarsi al suo destino con la fuga.
Nel frattempo la lettera di presentazione frutta a Charlot l'ingaggio presso un cantiere navale dove è in fase avanzata la costruzione di una maestosa imbarcazione che non sarà mai ultimata, dato che Charlot la varerà prima del tempo, sotto lo sguardo attonito dei colleghi, rimuovendo inavvertitamente il cuneo di ancoraggio che la trattiene sulla terra ferma. Il dignitoso autolicenziamento e il girovagare per la città lo portano ad imbattersi nella monella, minacciata d'arresto in quanto responsabile del furto di un filone di pane dal furgone che sta rifornendo una panetteria. Charlot tenterà di addossarsene la colpa con lo scopo di farsi arrestare e di risolvere così il problema del vitto. Riuscirà nel suo intento mangiando gratis una quantità sconsiderata di cibo ad un self-service, prendendo dei sigari e regalando dolci a dei ragazzini senza pagare nulla. Sul cellulare che lo trasporta verso la stazione di polizia sale anche la monella, riconosciuta quale vera autrice del furto, e i due fanno conoscenza. Approfittando del ribaltamento del mezzo, coinvolto in un incidente, Charlot (adesso motivato alla libertà) e la monella si danno alla fuga.
L'infortunio alla guardia notturna di un grande magazzino offre a Charlot la possibilità di rifarsi. Mostrata la sua lettera di presentazione ottiene l'impiego in sostituzione dell'infortunato. Dopo aver preso servizio alla chiusura al pubblico Charlot fa entrare la monella per andare alla scoperta del magazzino. Prima tappa reparto pasticceria per placare la fame; seconda tappa reparto giochi per dare libero sfogo alla voglia di divertimento repressa dalla miseria; infine reparto arredamento dove lei può concedersi il sonno in un fantastico e morbido letto che probabilmente nessuno dei due ha mai provato. Tre malintenzionati armati si sono intanto introdotti nel negozio e hanno immobilizzato Charlot. Uno di loro si rivela essere un suo ex compagno di fabbrica che, come gli altri due, è costretto al furto dalla povertà. I tre festeggiano allora con una bevuta nel reparto alimentare: l'indomani mattina alcune clienti rinveniranno Charlot addormentato sotto il banco dei vestiti. Cacciato dal negozio egli dovrà scontare dieci giorni in galera.
Al suo rilascio la monella lo aspetta e lo invita nell'abitazione che nel frattempo ha rimediato. Si tratta di una catapecchia fatiscente ma, se non altro, è un riparo per la notte e un luogo dove consumare i pasti. L'indomani Charlot, che ha dormito nel canile annesso, scorre il giornale e la lettura della notizia della riapertura delle fabbriche in prima pagina riaccende i loro sogni di normalità. Egli si precipita ai cancelli della fabbrica riuscendo a farsi assumere come aiutante manutentore. Questa volta tra gli ingranaggi finisce il suo capo, a causa sua naturalmente. Inghiottito completamente con la sola testa sporgente toccherà a Charlot alimentarlo durante la pausa pranzo. Un nuovo sciopero interrompe l'attività lavorativa e durante i successivi tumulti Charlot sarà nuovamente fermato e condotto in galera. La monella lo accoglie al rilascio anche questa volta. La monella è raggiante di felicità perché ha trovato un impiego come ballerina presso un ristorante, in cui le riesce di fare assumere come cameriere anche Charlot.
L'impiego prevede inoltre un'esibizione come cantante e Charlot deve ricorrere all'espediente di scriversi il testo della canzone sui polsini, perché non riesce a ricordarlo. L'operazione è però inutile, poiché al primo gesto del numero i polsini gli si sfilano ed egli è costretto ad improvvisare le parole sul famoso pezzo della "Titina", primo e unico episodio di interpretazione sonora del vagabondo. Sarà grazie a questa abilità e al discreto successo ottenuto, più che alle doti di cameriere (travolto dal pubblico danzante peregrinerà per il locale nel tentativo di servire l'anatra che un cliente attende impaziente al tavolo e che non avrà il piacere di gustare), ad assicurargli l'assunzione definitiva. Tutto sembra procedere per il meglio, ma due funzionari dell'ufficio assistenza ai minori orfani bloccano la monella nel corso della sua esibizione con l'evidente intenzione di rinchiuderla in istituto. Ancora una volta, grazie all'aiuto di Charlot, ella riesce a sottrarsi alle autorità e a fuggire.
Sconsolata, si abbandona al pianto sul margine di una strada deserta. L'abbraccio di Charlot, che la stringe con affetto, le infonde fiducia e coraggio per rialzarsi e incamminarsi insieme a lui, mano nella mano, lungo la strada che si apre tra gli sconfinati spazi californiani, simboleggianti le inesplorate opportunità che la vita riserva ancora loro e che insieme sono pronti ad affrontare.